IL BARCHINO

per traina lenta da riva

Nel libro “Pescare in mare” di Alessandro Magrini (1981 – Editoriale Olimpia) a pagina 41 leggo testualmente: “La pesca a traina consiste nel rimorchiare dalla poppa di una barca una lenza al termine della quale si trova un’esca naturale od artificiale.” . Niente di più semplice. Niente di più naturale. Talmente naturale che tutti coloro che posseggono un natante, un’imbarcazione, piccola o grande che sia, posseggono anche una canna, a bordo, o una lenza a mano indipendentemente dal fatto che siano o no pescatori. Quando si naviga lungo costa è spontaneo calare un’esca in mare, così, semplicemente, anche per ingannare il tempo nell’attesa di raggiungere quel porto per il pernottamento o quella caletta per un bagno ristoratore. Nel frattempo la cattura di un bel pesce potrebbe risolvere il problema della cena. Se è vero che tutti coloro che vanno per mare (ma anche per fiumi e laghi), prima o poi e senza dover essere pescatori, hanno calato una lenza in acqua, è altrettanto vero che la pesca a traina non è per tutti. Vengono esclusi quelli che non hanno una barca; e tra questi ci sono molti pescatori che non assaporeranno mai o quasi mai i piaceri di una bella “trainata”. L’osservazione è banale, certamente, ma probabilmente mette in evidenza un limite di questa e di tutte le altre tecniche di pesca in cui l’uso di una imbarcazione è obbligatorio. Ma se non possiamo acquistare una barca per motivi economici o per il “mal di mare” che ci perseguita o per la paura di non saper nuotare, o altro ancora, possiamo sempre acquistare/costruire un…”barchino” e fare la nostra bella traina …da riva. Il barchino (conosciuto nelle diverse regioni anche come divergente, panchetto, scannetto) è una sorta di catamarano in miniatura a cui si attacca una lenza madre (il trave) portante alcuni piccoli artificiali. Questa traina a piedi si effettua lungo le numerose spiagge della nostra penisola e il barchino, sospinto dal nostro movimento, deriva verso il largo raggiungendo distanze ragionevoli dove i vari predatori marini, soprattutto le spigole, amano nuotare in cerca di cibo. Per coloro che amano le lunghe passeggiate sulla sabbia e amano pescare questo modo di fare traina è un perfetto connubio tra le due passioni. Il barchino si può trovare in commercio ma per chi volesse costruirlo ecco, di seguito, le istruzioni per una facile realizzazione.

UTENSILI E MATERIALI. E’ consigliabile, prima di cominciare la costruzione, preparare gli utensili e tutto il materiale necessario. Gli utensili: troncatrice da banco, morsetti, sega, raspa, seghetto alternativo, martello, mola da banco, seghetto a ferro, lima, trapano, chiave inglese, pinze, cacciavite . I materiali: pennarello vetrografico, legno d’abete, tondino d’acciaio, carta abrasiva, piombi sferici, dischi abrasivi, colla cianoacrilica, stucco, impregnante, flatting.

 La prima cosa da fare è disegnare uno “spaccato” del nostro barchino. Prendiamo spunto da quelli esistenti in commercio oppure da quello dei nostri amici o, meglio ancora, facendo una ricerca su Internet. C’interessano soprattutto le dimensioni. Il disegno può essere eseguito velocemente a mano libera e deve riportare tutte le misure necessarie.

FOTO01WEB1a

FOTO02WEB1

Cerchiamo un legno di facile reperibilità in uno di tanti centri di Bricolage e la scelta cade sull’essenza d’abete. Le tavole da preferire devono avere meno nodi possibili. Non sarà facile trovare le misure che ci serviranno, quindi dovremo prendere la pezzatura più vicina alle nostre necessità. Sarà nostro compito tagliare le dimensioni giuste utilizzando una troncatrice a legno. Nel caso non avessimo questo utensile, potremo sempre far tagliare a misura le tavole da chi ce le ha vendute oppure utilizzeremo una sega a legno manuale. Il lavoro con la troncatrice si presenta molto facile e veloce ma dobbiamo fare sempre attenzione ad usare le dovute precauzioni per evitare spiacevoli incidenti. Utilizziamo occhiali protettivi, mascherina e guanti.

Dopo aver tagliato a misura le due tavole (62 x 23,5 la maggiore; 53 x 21 la minore, spessore unico 2cm.) che costituiranno le parti principali del barchino, dobbiamo sagomarle in modo da renderle il più possibile idrodinamiche. Con un pennarello evidenzieremo le parti da togliere.

FOTO03web1

FOTO04web1

Seguiremo i profili tracciati con un seghetto alternativo, ma in mancanza di questo, potremo sempre usare una sega coadiuvata da una buona raspa per arrotondare i margini. In questa fase sarà opportuno fissare le tavole ad un banco con dei morsetti.

Ottenuti i profili desiderati dobbiamo rastremare le parti delle tavole che saranno a diretto contatto con l’acqua. Le parti interessate sono quelle che, in navigazione, guarderanno la costa qualunque sarà la direzione che il pescatore sceglierà lungo la riva. L’operazione di riduzione progressiva dello spessore delle tavole si ottiene facilmente con un trapano corredato di un disco abrasivo.

FOTO05web1

FOTO06web1

Il lavoro risulterà perfetto se, dopo il trapano, useremo una carteggiatura a mano con carte abrasive sempre più sottili. Non dimentichiamo di tenere i pezzi bloccati con i morsetti per rendere il lavoro più facile e preciso.

Le due parti del barchino si presentano così sagomate, anche se non ancora rifinite. Nella foto si possono leggere le misure, in centimetri, necessarie per posizionare i due listelli trasversali, ma per maggiore sicurezza le scrivo pure. I due listelli distano tra loro 18cm. I listelli distano dalle estremità delle tavole:17,5cm. nella maggiore e 13cm. nella minore. La tavola maggiore sarà sempre posizionata all’esterno, verso il mare aperto.

FOTO07web1

FOTO08web1

I listelli che uniscono le due parti del barchino ( 42,5 x 5 x 1,5) sono tagliati a misura con la troncatrice o con la sega, ma, in questo caso, facciamo attenzione a che il taglio sia perfettamente perpendicolare.

Dobbiamo creare anche gli incastri sulle due parti. Questo è un lavoro di precisione che richiede molta attenzione. I listelli dovranno entrare con estrema esattezza negli incastri predisposti.

FOTO09web1

FOTO10web1

Prima di assemblare i vari componenti sarà necessario appesantire la parte più grossa (quella che va all’esterno, verso il mare) con della zavorra in piombo. Andrà sistemata in basso, nella parte che rimarrà sommersa. Si tratta di fare 6 – 7 fori non passanti di diametro sufficiente per ricevere, ciascuno, un piombo a sfera ( 50gr.), schiacciato col martello, se il diametro della sfera è maggiore dello spessore del legno. La zavorra sarà fissata con colla cianoacrilica e stucco. Il collegamento delle due parti con i listelli sarà eseguito con viti in acciaio.

Dobbiamo costruire, ora, la “maniglia” a cui agganceremo, attraverso un anello d’acciaio, il trave che porterà i terminali con gli artificiali. E’ necessario procurarci un tondino d’acciaio (diametro 6mm.) di lunghezza 32cm. che filetteremo alle estremità per circa 4,5cm. Lo fisseremo sulla parte più piccola, parallelo e a 3cm. dal bordo superiore, con dadi autofilettanti e rondelle in acciaio. Una prova in acqua, a questo punto, è necessaria. Dobbiamo capire se la zavorra utilizzata è giusta per la navigazione del barchino. Aumentare o diminuire il piombo secondo necessità. L’obiettivo sarà quello di non fare ribaltare il barchino, quando il trave entra in tensione.

FOTO11web1

FOTO12web1

Completeremo l’assemblaggio curando tutti i minimi particolari estetici. Rifiniamo con carta abrasiva progressivamente più fine, smussiamo tutti gli spigoli, stendiamo più mani d’impregnante per legno e, alla fine, almeno 5 mani di flatting marino.

La preparazione della lenza madre richiede l’uso di un trave del 100 o del 120 lungo almeno 100m. Lo avvolgeremo su di un grosso sughero. L’estremità libera sarà fissata all’anello della maniglia attraverso una grossa e comoda girella con moschettone. A distanza di 4,5m dal barchino si mette il primo finale in fluorocarbon dello 0,25 e lungo 4m. Il numero dei finali può variare a piacere e, in base alla nostra abilità di …”conduttori di barchino”, fino ad un massimo, direi, di 10. La distanza tra i finali sarà di 4-5m e saranno fissati al trave attraverso girelle con moschettoni montati in mezzo a perline colorate fermate da due nodi come si può ben vedere dall’ultima foto.

FOTO13web1

 

torna al sommario

Presentazione

Contattami

Accessori

Links

Dizionario

Predepredate

Laboratorio

Utility

Autocostruzione

Home

Cell.: 3280937272

 

e-mail (spliche@alice.it)

 

 

© Moreno Bartoli: tutti i diritti riservati.

 
E' espressamente vietata la riproduzione parziale o totale delle immagini e dei testi.