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Massimo DELLA SALDA ha scritto:
ho sempre optato per una artificiale snodato, sempre particolarmente attraente, anzi, per me l’artificiale snodato per eccellenza, che già altre volte mi aveva salvato dal cappotto quando tutti gli altri avevano fallito: il Mephisto di Moreno.
E’ forse l’artificiale del Prof. che preferisco; meno sofisticato della Sibilla, più facile nel recupero marino di quest’ultima, più serio, ho sempre pensato che fosse l’artificiale snodato perfetto per il mare.
Solido ed elegante con un movimento meraviglioso mi ha già fatto prendere parecchie spigole e barracuda ed oggi mi sono portato dietro uno degli ultimi che non ho ancora messo in acqua.
Di solito sostituisco le ancorette da fresh water, con cui viene armato dal Prof., con delle Owner ST31 leggermente più larghe, sicuramente più solide, affilatissime.
MEPHISTO FOCE
e
MEPHISTO SCOGLIERA
Mephisto Scogliera Anguilla
Questo artificiale è costruito in tre pezzi. A prima vista può sembrare uguale al Pinocchio, ma dopo un attento esame tutti capiscono che le differenze sono enormi. Peso, colore, dimensioni, paletta, lunghezza totale e lunghezza dei tre pezzi, movimento in acqua, metodo costruttivo...tutto insomma è originale.
A sinistra il MEPHISTO FOCE caratterizzato dalla paletta più piccola, dalle ancorette n° 6 e dal minor peso (14gr.)
A destra il MEPHISTO SCOGLIERA caratterizzato dalla paletta più lunga, dalle ancorette n° 4 e dal peso maggiore (20 gr.)
Mephisto Foce
E' mezzanotte e a Roma sta iniziando a piovere, il vento è debole, caldo...decisamente scirocco. Alle tre e mezzo c'è il "punto d'acqua". E' veramente una follia, ma la passione è più forte... si parte, destinazione Civitavecchia e precisamente le scogliere tra Sant'Agostino e la Centrale Termoelettrica. In autostrada il tempo peggiora, piove e c'è vento ma il termometro dell'autogrillsegna diciotto gradi. Vento da sud e temporale... notte da spigole!
Alle due circa dopo un bollente cappuccino al bar del porto (ultimo contatto con la civiltà), sotto una pioggia battente, il grande Yuri ed io stiamo lì come tante altre volte ad infilarci i wader assaporando già il fascino indescrivibile dell'ennesima pescata al limite dell'estremo. E' completamente buio ed il mare di fronte a noi è un'immensa distesa nera rotta solo dalle creste bianche di schiuma delle onde. Alle tre circa, la prima cattura. Una spigola di ottocento grammi attacca rumorosamente un Popper argentato di sei centimetri. Non c'eravamo sbagliati, allora le "Regine" ci sono. Piove ancora forte ma per noi adesso è come se fosse uscito un tiepido sole di primavera. Continuiamo a lanciare e, spostandoci verso la centrale, incontriamo una lanca in mezzo agli scogli affioranti. Le onde rallentano un po' fermando, ad intervalli, un monte di spuma in superficie. La profondità della buca ad occhio è di circa un metro e mezzo per una quindicina di metri di larghezza. Yuri è vicino a me. Faccio un primo tentativo con uno snodato in tre pezzi e dopo due metri di recupero la superficie nera viene rotta da uno strano ed indefinibile gorgo appena dietro l'artificiale recuperato sotto il pelo dell'acqua. Mi giro e dico al mio compagno: L' hai vista? E' lei... andata liscia! Un secondo dopo rilancio e faccio camminare il mio MEPHISTO FLUO un palmo sott'acqua. Questa volta il vortice è enorme e blocca decisamente il mio recupero! Nel buio della notte il flash di quella sagoma argentata che si intravedeva tra gli spruzzi, la pioggia ed il rumore della frizione, sono cose che non dimenticherò molto facilmente. Dopo cinque minuti di un combattimento furibondo ho avuto la meglio su una splendida REGINA del peso di sette chili abbondanti, catturata in condizioni di tempo al limite del sopportabile. Nelle successive tre ore di pesca seguirono altre due catture e poco dopo l'alba, ancora sotto la pioggia, decidemmo di mettere fine a questo nostro... sacrificio!.